Abitato Etrusco di Acquarossa - Viterbo: Vacanze e archeologia in Lazio

Categoria: archeologia etrusca
Tipo: abitati/città

Palazzo dei Papi a Viterbo

A fronte della quantità di necropoli che costellano il territorio della Tuscia viterbese sono ben pochi i resti di abitati etruschi giunti ai nostri giorni. Di questi, uno dei principali è il sito dell'Acquarossa, che sorge a poco più di un chilometro dalla città romana di Ferentum, al confine Nord del Comune di Viterbo.

Nelle vicinanze si trova anche una Necropoli che comprende sepolture dall'età arcaica fino all'epoca romana. Dopo le campagne di scavo condotte dagli Svedesi, allo stato attuale una visita al sito si presenta come una avventura stile Indiana Jones.

I resti dell'abitato dell'Acquarossa si trovano alle estremità settentrionali del Comune di Viterbo (su un alto pianoro tufaceo, fra i fossi dell'Acquarossa e del Fornicchio) in una zona dove esistono tracce di frequentazione umana fin dal neolitico; il sito non è agevolmente raggiungibile (occorre attraversare terreni privati).

Alla base della collina, a fianco della strada provinciale, dove ha inizio il sentiero per il sito, si trova una piccola affascinante area naturalistica (Cascatelle dell'Acqua Rossa) che da sola vale una escursione in questo luogo.
L'insediamento etrusco fu fondato nel VII sec. a.C .e si sviluppò pacificamente (era privo di mura di difesa) nell'arco di due secoli finché, alla fine del VI sec. a. C., venne attaccato da genti nemiche, dato alle fiamme e cancellato per sempre.

Non si sa con sicurezza chi fossero questi spietati nemici: scartando Roma, che era ancora occupata ad espandersi nel Lazio Meridionale, è probabile si sia trattato di un popolo stanziato nei pressi e cioè degli abitanti del colle del Duomo (l'attuale Viterbo). L'evento deve essere stato provocato dalla necessità di sgombrare questa pianura strategica per il controllo dei percorsi di transumanza e delle vie mercantili della zona.

L'abitato di Acquarossa non risorse più e si ritiene che i profughi si siano trasferiti a poco più di un chilometro, a Nord, dove già esisteva un insediamento da loro dipendente, proprio nel luogo in cui, in epoca romana, sarebbe sorta la città di Ferentum. Non è da trascurare il fatto che il distrutto abitato dell'Acquarossa si chiamasse Ferenth ed è tragicamente curioso osservare che anche Ferentum fu, a sua volta, rasa al suolo da vicini nemici (i Viterbesi) in epoca medioevale.

Ancora a metà degli anni '60 si ignorava praticamente l'esistenza dell'antico abitato dell'Acquarosa fino a quando su questo pianoro non furono condotti scavi articolati da parte dall'Istituto Svedese di Studi Classici. Questi scavi riportarono alla luce i resti di numerose abitazioni, di strade, di piazze e le consistenti tracce di un complesso monumentale sull' estremo Nord del pianoro. Le fondazioni delle costruzioni sono realizzate con blocchi squadrati di tufo mentre le pareti sono generalmente costituite con una impalcatura di tronchi di albero raccordati da aste trasversali e rivestite all'inizio con un grosso strato di argilla, poi con mattoni di argilla essiccata; i tetti (a doppio spiovente e fatti con travi di legno e tegole d'impasto) non mancavano di elementi decorativi, talvolta anche antefisse dipinte.

In genere le abitazioni sono costituite da due stanze affiancate (così anche furono costruite le tombe monumentali in tutta l'area etrusca). Il complesso monumentale posto a Nord del pianoro risale al VI sec. a.C. e si ritiene possa aver ospitato la residenza del sovrano e, nello stesso tempo, il Tempio della città; l'edificio era molto articolato e ricco di decorazioni.

Per una completa comprensione dell'importanza del sito, i cui resti (a parte il fascino del luogo) non sono nel miglior stato di conservazione e fruibilità, è consigliabile visitare l'interessante allestimento realizzato, con i reperti dell'Acquarossa, al Museo Archeologico Nazionale di Viterbo.

Tra gli altri siti archeologici, non lontani dalla collina di Acquarossa, oltre al vicino sito della Città di Ferentum, le Necropoli di Castel d'Asso e di di Norchia (v. Viterbo) nonché quelle di Grotta Porcina (v. Vetralla) e della Madonna dell'Olivo (v. Tuscania); lungo la Via Cassia - verso Nord - si trovano i resti della Città di Volsinii Novi (v. Bolsena) e - verso Sud - della Mansio ad Vacanas sulla via Cassia Antica (v. Campagnano Romano).
 

Per informazioni:

L'area archeologica dell'Acquarossa si trova a 7 km a Nord di Viterbo, percorrendo la Via Teverina e quindi (poco prima del bivio per Ferentum) la Strada di Pian del Cerro che si segue per 400 m fino ad uno spiazzo (a sinistra) dove sono segnalate le cascatelle dell'Acqua Rossa. Da qui sale un sentiero per l'area archeologica che risulta recintata, visibile in parte dall'esterno, non molto curata e visitabile solo in occasioni speciali.