Lingue e dialetti: vacanze culturali in Lazio. Scopri la Capitale!

La statua dedicata a Giuseppe Gioacchino Belli, RomaIl latino fu la prima lingua di Roma; subì la stessa evoluzione e trasformazione della città: dapprima parlato solamente nell'Urbe (con poche varianti dialettali, ad esempio a Falerii e Preneste), subì l'influsso dell'etrusco e soprattutto del greco.

Successivamente la lingua latina seguì l'espansione di Roma nella penisola italica e in tutto l'impero, fino a subire, insieme all'istituzione politica, una fase di declino. In epoca medievale si confermò come lingua ufficiale della Chiesa di Roma e come la lingua colta e internazionale dell'Europa occidentale.

Attualmente, l'idioma utilizzato comunemente dalla popolazione, oltre alla lingua ufficiale italiana, è il romanesco, che, come la maggior parte dei dialetti italiani, non ha alcuna ufficialità. Formatosi in età medievale, originariamente era affine ai dialetti meridionali, per poi subire l'influenza culturale del fiorentino durante il Rinascimento, che lo rese più affine alla parlata toscana.

Il romanesco, come tutte le lingue, si è poi evoluto negli anni (Giuseppe Gioachino Belli, nella prima metà dell'Ottocento, usa forme linguistiche che non vengono utilizzate da Trilussa all'inizio del Novecento), e dall'inizio del XX secolo si è diffuso anche in altre zone del Lazio, in conseguenza della crescita demografica.

Tra le maggiori creazioni letterarie in dialetto romanesco sono da ricordare certamente i poeti già citati Gioachino Belli e Trilussa, nonché Cesare Pascarella. Numerosi attori hanno contribuito e contribuiscono all'espressione teatrale e cinematografica del romanesco moderno: tra questi, Aldo Fabrizi, Alberto Sordi, Nino Manfredi, Gina Lollobrigida, Anna Magnani, Gigi Proietti, Gabriella Ferri, Enrico Montesano e Carlo Verdone.

 

Religione

 « Virgilio lascia [qui] intravedere una concezione di Roma come spazio eternamente sacro, scelto già dagli dei in quell'era mitica quasi impensabile, prima che Roma fosse Roma. »

(Mary Beard, Gli spazi degli dei, le feste in Roma antica)

Nonostante le origini indoeuropee, la religione romana, legata alla storia e alle tradizioni della città sin dalle sue origini, presenta caratteristiche proprie, dovute alla mentalità storica, giuridica e politica tipica della società romana.

Il Tempio di Marte Ultore al Foro di Augusto, Roma

Le divinità, a differenza di quelle greche, non avevano un'esistenza autonoma; la religione non dava occasione a racconti mitici o riflessioni teologiche, ma era instrumentum regni: già dalla fase arcaica della storia romana, infatti, le istituzioni religiose non erano distinte da quelle politiche.

Accanto alle divinità maggiori (Giove, Giunone, Minerva, Vesta, Giano, Marte), antropomorfizzate, vi erano alcuni spiriti protettori, come i Lari e i Penati. La religione romana era caratterizzata anche da un ciclo principale di feste annuali, legato esclusivamente alla città di Roma; tuttavia, con l'espansione dell'impero, si diffusero in Roma numerose nuove religioni e culti misterici, derivanti soprattutto dall'Oriente.

Nel I secolo, come avvenne nei centri più importanti dell'impero, si diffuse rapidamente anche il cristianesimo: inizialmente ritenuti una setta ebraica, i cristiani, appartenenti a tutti i ceti della società, avevano una propria organizzazione (la chiesa, assemblea di Dio), con a capo un vescovo (successivamente chiamato Papa), primo dei quali è considerato l'apostolo Pietro; egli morì a Roma come Paolo di Tarso, l'apostolo dei Gentili giunto nell'Urbe per la predicazione intorno al 60: ambedue sono i santi patroni di Roma.

In seguito alla svolta costantiniana del 313 e all'editto di Tessalonica del 380, il cristianesimo si affermò come religione di stato e la Chiesa di Roma, che detiene il primato della sede di Pietro, accrebbe il proprio potere spirituale e liturgico e instaurò un rapporto con le istituzioni politiche che caratterizzò i secoli successivi.

Roma, da secoli meta di pellegrinaggio di numerosi fedeli, è sede dell'omonima diocesi e ospita al proprio interno lo Stato della Città del Vaticano, governato dal vescovo di Roma, attualmente papa Benedetto XVI. Oltre al cattolicesimo, a Roma sono diffusi l'islamismo e altri culti cristiani; in città, inoltre, dalla tarda età repubblicana è presente una fitta comunità ebraica.

 

Tradizioni e folclore

Carneval in Rom, Johannes LingelbachUno dei principali festeggiamenti della tradizione popolare romanesca fu, dal XV al XIX secolo, il carnevale, riproposto dal comune di Roma, seppur in forma del tutto diversa, nel 2010. Le sue origini si fanno risalire ai Saturnalia dell'antica Roma, caratterizzati da divertimenti pubblici, balli e mascherate.

I giochi carnascialeschi si svolsero dal X secolo sul monte Testaccio; qualche secolo dopo, papa Paolo III decise che il carnevale si svolgesse in via Lata, attuale via del Corso. Tra le maschere tipiche del carnevale romano vi sono Rugantino, Meo Patacca e il Generale Mannaggia La Rocca.
Roma è una città ricca di tradizioni, miti, leggende, costumi e folclore, già a partire dall'antichità e per tutto il Medioevo, età in cui fiorirono molteplici racconti popolari, in cui la sfera religiosa si univa al mondo magico, il sacro si combinava col profano.

Per le sue speciali caratteristiche, una delle zone di Roma in cui è ancora possibile rintracciare frammenti e stimoli della cultura popolare è il pittoresco rione di Trastevere, con i suoi stretti vicoli, le trattorie, le chiese medievali e il colle Gianicolo; è proprio a Trastevere che sorge il museo del folklore e dei poeti romaneschi, che ospita documenti della vita quotidiana e delle tradizioni romane, tra cui gli acquerelli di Ettore Roesler Franz sulla Roma sparita.

Nel quartiere Europa, inoltre, si trova il museo nazionale delle arti e tradizioni popolari, che raccoglie materiale tradizionale e folkloristico-popolare proveniente da tutta Italia.