Cultura a Terracina: feste ed eventi - dialetto
- S. Cesario, 5 novembre, patrono di Terracina. Festeggiamenti sabato, domenica e lunedì successivi al 5 novembre. (Grande mercato di merci varie)
- S. Silviano, 1 maggio, protettore dei raccolti (Processione e festa religiosa e popolare)
- Madonna del Carmine, domenica successiva al 16 luglio (Processione di barche a mare e festa religiosa e popolare)
- San Giuseppe, 19 marzo (Caratteristici focheracci la sera della vigilia)
- Madonna della Delibera, 8 settembre, Processione e festa religiosa e popolare
- Sant'Antonio da Padova, presso Borgo Hermada, 1ª domenica di luglio
- Festa del Vino Moscato e dell'Uva, presso la Fiora, nei mesi di agosto e settembre
- Festa della Birra, presso Borgo Hermada, mese di luglio/agosto
- Festa della Fragola di Terracina, organizzata dall'Associazione "Mondofragola", di solito in Piazza Garibaldi, mese maggio/giugno.
Cittadini illustri
- Servio Sulpicio Galba, imperatore romano
- Gregorio, vescovo di Terracina
- Giordano Pironti, cardinale dal 1262 al 1269
- Elisabetta Fiorini, botanica
- Alessio Sartori, canottiere olimpico
- Daniele di Spigno, tiratore olimpico - specialità Double Trap
- Rita Forte, cantante e personaggio televisivo
- Alfredo Fiorini, medico e missionario
Personaggi celebri
- Urbano II, papa della prima crociata, eletto a Terracina il 12 marzo 1088
- San Francesco, una leggenda lo vuole a Terracina, fondatore dell'omonimo convento
- Johann Goethe, poeta, scrittore, visitò la città
- Pier Paolo Pasolini, scrittore e regista
- Aldo Moro, uomo politico, nato nelle Puglie, ma legato a Terracina, dove spesso passava le vacanze
- Giulio Andreotti, politico, trascorreva le vacanze estive da alcuni parenti
- Nando Martellini, telecronista di calcio, nato a Roma da famiglia di origini terracinesi
- Rita Forte, cantante, musicista e personaggio televisivo, nativa della città
Dialetto
Il dialetto terracinese è piuttosto singolare. Infatti la cittadina è sempre appartenuta allo Stato Pontificio (e dal 1870 è compresa nel Lazio), ma è situata a breve distanza dal confine con l'antico Regno di Napoli. Inoltre, la sua posizione geografica, in zona costiera, ha favorito nel corso dei secoli l'attività peschereccia soprattutto con pescatori provenienti dai paesi costieri della Provincia di Napoli.
Se aggiungiamo a tutto ciò l'immigrazione di genti provenienti dai piccoli comuni dell'entroterra (anche dell'attuale Provincia di Frosinone), possiamo rilevare una notevole mescolanza lessicale, caratteristica di questa parlata. Non è raro, comunque, nelle nuove generazioni, l'utilizzo di vocaboli ed espressioni del dialetto romanesco. Il dialetto di Terracina viene solitamente considerato "mediano", ma lo è sicuramente molto di meno di altri paesi "pontifici" collinari, soprattutto quelli dei vicini Monti Lepini.
Esplorando il "lessico" troviamo sicuramente termini del dialetto ciociaro e abruzzese, come mammòcce (ragazzo), l'articolo jù (il), il verbo servile dènga (devo), zàmpa (gamba), capòcce (testa), déndo (dentro) ecc.. Anche l'utilizzo del verbo ausiliare "essere", per la costruzione verbale è in accordo con le parlate del restante Lazio "pontificio", di una parte di quello "borbonico" e dell'Abruzzo aquilano (es. so vìste = ho visto, mé sì chiamàte = mi hai chiamato ecc.).
Tuttavia, vi sono alcune "spie" linguistiche che riconducono ai dialetti meridionali, come ad esempio le vocali atone finali, che sono esattamente le stesse del dialetto napoletano e di alcuni comuni del Lazio appartenuti al Regno delle due Sicilie. Vi è quindi il conguaglio in e, che abbiamo già visto in alcuni esempi di cui sopra, che viene definito "schwa velarizzato". Per le vocali all'interno della parola, alcune volte si assiste al "dileguo" di esse, soprattutto nel discorso veloce (es. v'r'tà per dire "verità", che nel discorso veloce capita anche nei vicini paesi di Fondi e Monte San Biagio).
Possiamo trovare alcuni termini "campani", anche se in forma molto minoritaria come l'avverbio di luogo accà. Per dire "là" è utilizzato allà o anche allàne, mentre "in codesto posto" è detto a ssà, come nei vicini dialetti di Fondi e Monte San Biagio. La metafonesi è di tipo "sabino" in alcuni casi (es. trone per dire "tuono"), mentre è napoletana in altri (es. liètte = letto). In altri casi è comunque napoletana, ma con condizioni diverse da quelle normali (es. buéne = buono).