Storia e cultura: le tue vacanze culturali a Frosinone
La zona della provincia del Lazio include gran parte del bacino del fiume Sacco ma anche del bacino del Liri. I limiti del territorio sono collocati in direzione delle catene montuose a partire dai Monti Ernici verso nord e a Sud-Ovest dai Monti Lepini, verso Sud dai Monti Ausoni e dai Monti Aurunci infine dalle Mainarde a Nord-Est.
La catena montuosa che include l’area della provincia di Frosinone si estende lungo lo sviluppo naturale delle catene montuose della penisola, i principali sistemi montuosi appartengono all’Appennino centrale a nord e al preapppennino laziale verso Sud, questi sono delimitati da un esteso territorio a valle che è percorso dal fiume Sazzo e dal Liri, zona che più in generale viene identificato con il nome di Valle Latina.
La zona centrale dell’Appennino, che si estende nella provincia prende origine dai Monti Sabini fino ad arrivare in direzione delle catene montuose dei Monti Simbruini, Monti Ernici e Monti Cantari. Una parte del tratto Appennino abruzzese si estende entro i confini laziali a est di Sora e nella valle del Liri, a partire dalla Serra Lunga verso Sud-Est raggiungendo la Valle di Comino e la catena montuosa della Mainarde – Monti della Meta. Tra i principali monti citiamo la Monna a Guarcino, Monte Virgilio a Filettino, Pizzo Deta a Veroli e il Monte Meta.
Storia: Preistoria
Sin da tempi molto antichi risultano testimonianze della presenza dell’uomo in ciociaria, infatti un esempio è il rinvenimento di ossa del genere Homo nei comuni di Ceprano e Pofi che si collegano al Paleolitico. Tali resti sono riconducibili ad un arco di tempo compreso tra gli 800 mila e 1 milione di anni fa. Infatti nella fase compresa tra l’Età del Bronzo e l’Età del Ferro l’uomo muta le proprie abitudini spostando le proprie abitazioni in villaggi stabili e dedicandosi completamente alla caccia ed una iniziale forma di agricoltura. Altre testimonianze indirette sono state riportate alla luce presso Alatri e Frosinone presso la Selva dei Muli.
Le popolazioni italiche nel Lazio
Nel periodo storico compreso tra il X e il IX secolo a.C. si verifica un effetto di stanziamento delle popolazioni indoeuropee presso un’area che si ritiene fosse già abitata in precedenza da popolazioni Pelasgiche. Tali avvenimenti sono attestati e riportati presso moltissime leggende latine e mediterranee, un esempio è l’Eneide di Virgilio, dove ritroviamo Camilla, la regina della popolazione dei Volsci, sotto la protezione di Diana, una divinità italico-europea, contro Enea.
Una seconda leggenda si ritrova nella figura di Saturno, espulso dall’Olimpo da Giove, che arrivò nel Lazio per tramandare agli uomini la tecnica e per riportare l’età dell’oro. Una ulteriore leggenda è anche quella che vede la fondazione da parte di Saturno delle città che hanno la A per iniziale del nome e che sono caratterizzate da mura ingenti megalitiche, un esempio sono Arpino, Alatri e Atina.
A partire dal VII secolo a.C. la provincia di Frosinone entrò sotto il controllo di Roma, e molte delle città nella medesima condizione furono denominate Latium Adjectum, Lazio aggiunto, precisamente il territorio della Valle del Liri.
Prima della completa conquista dei Volsci e degli Ernici passarono 300 anni di guerre sociali e sannitiche che condussero la popolazione del Lazio meridionale ad ottenere la cittadinanza romana. La provincia di Frosinone fu parte integrante dell’impero romano e quindi inclusa nella regio I Latium et Campania.
Medioevo ed età moderna
In seguito alla caduta dell’Impero romano e agli eventi delle invasioni dei Longobardi e dei Goti, l’area nord della provincia di Frosinone entra a far parte dello Stato Pontificio in qualità di Comitatus Campaniae. Successivamente diviene in distretto dell’estesa Campagna e Marittima e della Delegazione di Frosinone.
Per quanto riguarda la zona sud, questa fu annessa ai domini del Regno di Sicilia come parte della Terra di Lavoro, solo dopo esser stata inclusa nel ducato di Benevento e dei domini feudali dell’Abbazia di Montecassino, come anche dei gastaldati di Sora e Aquino. Negli anni a cavallo tra il 1100 e il 1450 la Contea di Ceccano ottenne un’importante autonomia politica con i feudi presenti all’interno dei confini dello Stato Pontificio, posti nei pressi dei Monti Lepini.
Inoltre gli abitanti di Ceccano presero parte la importanti scontri per le investiture tra il Papato e l’impero. Tra il 1443 e il 1796 si formò lo, il ducato di Sora, stato feudale del Regno di Napoli, presso la valle del Liri che da sempre fu da un punto di vista amministrativo molto autonomo e che per un breve periodo conquistò autonomia politica.
Nella fase dell’età moderna la provincia di Frosinone fu condizionata da un isolazionismo della Valle del Sacco, data la mancanza di vie di comunicazione e della modernizzazione territoriale dato che era sotto il controllo politico di cardinali ed ecclesiastici all’interno dello Stato Pontificio, infatti non arrivò più a sud di Tivoli e delle città ann’interno delle sedi suburbicarie.
Presso la Valle del Liri, solo in seguito alla soppressione delle strutture feudali parte del Ducato di Sora e dell’Abbazia di Montecassino, si avviarono le prime fasi dell’industrializzazione e delle riforme amministrative, sotto il regno dei Borboni.
Il regno d'Italia e l'istituzione della provincia
Lo stemma: Il leone e le cornucopie
Il simbolo della provincia è una valida metafora della sua situazione storica e territoriale, fu realizzato nel 1928 e riporta un leone dorato che ha tra le zampe un gladio e ai piedi due cornucopie, il tutto su di uno sfondo azzurro. L’immagine del leone è stato ripreso dallo stemma della città di Frosinone come simbolo di tutta la zona di provincia che un tempo era inclusa nello Stato Pontificio con i simboli solati, di fuoco, celesti della nobiltà romana.
Il simbolo delle cornucopie, un’immagine agreste ma anche di fecondità ed economia, indica la zona meridionale della provincia rifacendosi alle figure dello stella della Terra di Lavoro e della Provincia di Caserta. Adiacente all’area che include lo stella, nel gonfalone, è presente una fascia che riporta il motto “ferocior ad bellandum”, più feroci nel combattere, ripreso da una citazione di Livio.
In seguito al riordino delle Circoscrizioni Provinciali, per ordine del governo fascista, nel 1927 si formò la provincia di Frosinone che unì il circondario di Frosinone con quello di Sora e una parte di quello di Gaeta, che fino a quel momento era parte della provincia di Terra di Lavoro. Questa neo provincia era ma manifestazione dell’obiettivo di unificare tutta la Valle del Liri con il territorio romano.
Con il riassetto della viabilità, che un tempo riunì i territori presenti in Terra di Lavoro e Frosinore, con la creazione della Strada Statale 637, diedero alla città il titolo di capoluogo di provincia. Ciò garantì il potenziamento di tutti gli uffici e delle sedi fino al punto di accrescere l’importanza della città, infatti molti dei dipendenti pubblici della Terra di Lavoro furono trasferiti a Frosinone, ciò conferì al centro urbano una aspetto cittadino che fino a quel momento era caratteristica di Alatri e Anagni.